
Quando Molly è entrata nell'ufficio del vice questore si è guardata attorno solo per un attimo. Poi ha visto Denny e gli è andata incontro decisa. Si sono annusati, leccati, e in un attimo ritrovati: lui, che per cinque mesi ogni giorno aveva bevuto solo dalla ciotola di lei, si è seduto privo di forze, come alla fine di un lungo viaggio. In quel momento è apparso chiaro a tutti che Molly, finalmente, era tornata a casa.
Finisce così la storia cominciata la notte di Capodanno in piazza San Marco, a Venezia. Tra decine di migliaia di persone venute a festeggiare l'arrivo del 2007 c'è una famiglia di Milano: Lorenzo Schnur con la moglie Claudia Carrai, i tre figli e i due golden retriever, Molly e Denny entrambi di due anni, tenuti a guinzaglio. È appena passata mezzanotte quanto Claudia s’accorge che Molly è sparita: il suo guinzaglio penzola, staccato al moschettone. Per la famiglia comincia una disperata ricerca. I bambini vengono portati in albergo e messi a dormire; la coppia percorre per tutta la notte Venezia attraverso calli e campi cercando Molly.Il giorno dopo scatta la più martellante ricerca mai vista in Veneto per un animale scomparso. La famiglia rientra a Milano e da lì organizza una campagna di informazione che invade tutto il Nordest. Migliaia di volantini vengono affissi in tutte le città, il numero di microchip di Molly è trasmesso ai giornali, alle radio, alle tv, agli Ordini provinciali dei medici veterinari, a ogni negozio che venda generi per animali o faccia tolettatura. La campagna va avanti per settimane, mentre a Milano Denny comincia a deperire e la figlia più piccola, Carola che ha 11 mesi e ha cominciato a muovere i primi passi attaccandosi alla coda del cane, non vuole più camminare.
Passano le settimane, i volantini con la foto di Molly scolorano sulle vetrine e sui muri delle città. Uno, però, è stato staccato e portato via. Lo ha preso il vice questore aggiunto di Udine, Maurizio Ferrara, che vive a Mestre, ama i cani ed è rimasto colpito dalla storia. Chiede e ottiene dalla procura friulana di poter svolgere alcuni atti d’indagine.C'è, in partenza, un solo indizio: qualcuno ha visto salire sulla navetta Venezia-Mestre, la notte di Capodanno, una coppia con un golden retriever tenuto con una sciarpa, non con un guinzaglio. C'è una descrizione della coppia, ma nulla di più. La svolta arriva col controllo delle centinaia di telefonate di segnalazione che anche a mesi di distanza continuano ad arrivare sul cellulare di Claudia. Ce ne sono molte dalla provincia di Padova, dove pare essere arrivato dal nulla un cane che potrebbe corrispondere alla descrizione. Viene indicata una casa di Tribano, a 35 chilometri dal capoluogo, dove un operaio di 41 anni vive con i genitori e, da qualche tempo, con un golden retriever.
Il 14 maggio, il primo sopralluogo: nel giardino gli agenti vedono il cane, con l'inconfondibile tartufo nero sul muso. Il giorno successivo, le auto della polizia si presentano al cancello. L'operaio dice che il cane è suo e che l'ha comprato. Dopo qualche insistenza ammette che no, non lo ha comprato ma lo ha trovato a Mestre; infine, si lascia sfuggire che lo ha trovato in piazza San Marco. Il cane appare confuso. È ingrassato di 11 chili, gli sono mancate le corse al parco, tutte le mattine, con la padrona che si allena per le maratone. Da molto tempo la chiamano Trinity, ma quando sente il nome Molly scodinzola e si guarda intorno cercando qualcuno che non c'è.L'operaio viene denunciato per ricettazione, mentre è ancora al vaglio la posizione della fidanzata, che non vive con lui. Per concorso in ricettazione viene denunciato anche un veterinario: nonostante Molly avesse il microchip, aveva accettato di metterne un secondo approfittando della nuova normativa, entrata in vigore in febbraio, in base alla quale il registro non è più regionale ma nazionale.
Ieri Molly ha potuto farsi riabbracciare dai suoi padroni. Claudia Carrai, senza dir niente in famiglia per fare a tutti una sorpresa, si è inventata un impegno di lavoro ed è corsa da Milano a Udine.
(tratto da La Stampa.it)