lunedì 6 agosto 2007

L'amore per gli animali...un business



Quanto siamo disposti a spendere per i nostri amici a quattro zampe?

Tanto, veramente tanto e le aziende produttrici di beni per animali a volte ne approfittano.

Da dati Eurispes, ogni anno per i nostri amati amici spendiamo ben 4,7 miliardi. Due miliardi se ne vanno per i veterinari, 1,2 miliardi per farli mangiare. Più di 580 milioni costano le medicine, 450 sono i soldi spesi per acquistarli, mentre 453 milioni finiscono nel mondo degli accessori, che spazia dal profumo "O My dog!" (25 euro la boccetta da 100 millilitri, utilizzabile sia da Fido che dal padrone) fino alla borsa porta-cane da 400 euro firmata Gucci.

Facciamo attenzione a non farci abbindolare dal marketing, per dare un idea, per una scatoletta di tonno si pagano 12 euro al chilo, 2 in più dello stesso pesce inscatolato a uso e consumo degli esseri umani.

L'Eurispes la butta in sociologia, voce meccanismi di compensazione: "In una società spersonalizzata - scrive l'istituto di ricerca nel Rapporto Italia 2007 - gli animali leniscono disagi affettivi e relazionali, diventando surrogati di essere viventi costretti a comportamenti umanizzati lontani dalle loro abitudini". Ci caschiamo tutti (anche io spendo un pozzo di soldi per i miei adorati labrador). Ma qualcuno più degli altri.

Il 57% degli italiani, secondo la Società veterinari per animali, fa trovare alla sua bestiola un regalo sotto l'albero di Natale. In America il 41% dei cani dorme nel letto con i padroni, mentre il 40% di loro soffre di obesità. Per non parlare degli psicologi per animali, delle cerimonie nuziali - con scambio di collare e torta di carne - officiate in Gran Bretagna per 5mila euro fino ai cimiteri e ai necrologi virtuali online diffusissimi ormai anche qui da noi.

Manie da civiltà che ha perso un po' il senso della misura? (tratto da repubblica.it)